Il Fondo Impresa Donna è un incentivo nazionale per sostenere le nuove imprese guidate dalle donne in Italia. Ma come funziona questo fondo? A chi è rivolto? Come richiederlo?
Cos’è e come funziona
Per rafforzare e promuovere l’imprenditoria femminile, è nato il Fondo Impresa Donna, ed è stato istituito nella Legge di Bilancio del 2021, e comprende un finanziamento che all’inizio ammontava a quaranta milioni di euro. Il programma di tale fondo prevede un investimento da realizzare entro due anni, il cui tetto massimo di spesa è di 250000 euro per nuove imprese e e che può raggiungere i 400000 euro per quelle già presenti ed avviate.
Tali somme possono essere concessi per:
- avviare imprese femminili, con un particolare interesse per quelle individuali e per le libere professioniste;
- finanziamenti agevolati o a tasso zero;
- incentivi per rafforzare le imprese già attive, costituite da almeno tre anni, in forma di contributo a fondo perduta, nella misura dell’80 % della media circolante rispetto al necessario;
- l’assistenza tecnico-gestionale, incluse le attività di marketing e di comunicazione, nel periodo in cui si deve far fruttare l’investimento;
- investimenti nel capitale, per le nuove imprese a guida femminile tra le start-up innovative e le piccole medie imprese innovative, nei settori i cui indirizzi sono strategici a livello nazionale.
Le imprese che ottengono tali fondi, poi, possono usare la somma ottenuta per acquistare o sostituire attrezzature con modelli più nuovi, immobilizzazioni immateriali, servizi cloud per la gestione aziendale e per l’assunzione di dipendenti, che sia a tempo determinato o indeterminato.
A chi è rivolto e come richiederlo
A beneficiare di questo fondo possono essere:
- le società di capitale, i cui componenti del Consiglio di Amministrazione e le quote sono per almeno due terzi di donne, fatta eccezione per quelle escluse dagli appalti pubblici in modo permanente;
- le cooperative e società di persone con ameno il 60% di donne tra i soci, che non hanno tra i legali rappresentanti o amministratori dei condannati con sentenza definitiva per reati che escludono dagli appalti;
- le imprese individuali con una donna titolare, ed anch’essa non deve essere stata condannata per reati che prevedono l’esclusione dai pubblici appalti;
- le lavoratrici autonome con partita IVA, o le persone fisiche che vogliono avviare un’attività entro due mesi dalla comunicazione della domanda per il fondo, sempre con apertura di partita IVA.
In tutti i casi, la società o il professionista che richiede il fondo deve avere la sede legale della sua attività in Italia. Per richiedere tale fondo è necessario controllare che ci sia un bando, uscito sulla Gazzetta Ufficiale, e seguire le indicazioni fornite in quest’ultimo. Di solito, le domande si presentano sulla piattaforma online Invitalia, che esamina i vari progetti. Oltre a questa domanda, si richiedono documenti come i dati ed il profilo dell’impresa, la descrizione della sua attività, le strategie ed analisi di mercato che si vogliono adottare, gli aspetti economico-finanziari e quelli tecnico-produttivi ed organizzativi.