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Pallamano: in quanti si gioca? Cosa si sa di questo sport?

C’è chi pensa che la pallamano e la pallavolo siano lo stesso sport, ma in realtà presentano delle differenze, a cominciare del numero di giocatori, che in campo nella pallamano sono sette, mentre nella pallavolo sei. In effetti, include più caratteristiche della pallacanestro e del calcio. Per saperne di più sulla pallamano, è possibile continuare a leggere questa pagina.

La storia

Come molti giochi con la palla, questo sport ha origini molto antiche. Nell’antica Roma, un gioco molto simile veniva usato come mezzo di addestramento alla guerra, ed anche il popolo maya sembrava aver ideato un gioco simili. In genere, sembra che questo sia nato come un gioco femminile. Si cominciarono a fissare delle regole del gioco solo alla fine dell’Ottocento, in Germania, dove si poteva giocare in scuole di ginnastica e fiere di paese.

Nel 1925, Carl Diem lo perfezionò e nel 1936 fu annoverato tra i giochi olimpici, e ad averne fatto richiesta fu proprio Hitler, appassionato di questo sport in quanto pensava che incarnasse l’ideale atletico. I primi campionati mondiali furono poi organizzati nel 1938. Dalla fine degli anni Sessanta, la pallamano cominciò a consolidare la sua forma indoor, e rientrò a far parte delle Olimpiadi nel 1972. In Italia, nel 1969 nacque la Federazione Italiana Giuoco Handball (FIGH), ed oggi si pratica in gran parte in regioni del Nord, come Lombardia, Emilia-Romagna, in Sicilia ed in Puglia, e la squadra italiana con il più gran numero di scudetti è la Pallamano Trieste.

Uno dei giocatori più famosi è il russo Talant Duyshebaev, che è stato l’unico, finora, è vincere delle medaglie nei Giochi Olimpici in due paesi differenti. Infatti, ha vinto una medaglia d’oro nel 1992 nel CEI (Commonwealth of Independent States) e due medaglie di bronzo in Spagna, nel 1996 e nel 2000.

Come si gioca

Ogni squadra è composta da sette giocatori, e l’obbiettivo è di fare il maggior numero di punti possibile, lanciando la palla nella porta dell’avversario. Un giocatore può tenere in mano un pallone per un massimo di tre secondi, se non è in movimento, e compire più di tre passi senza farlo rimbalzare a terra o lanciarlo.

La squadra in possesso del pallone, ossia l’attaccante, può fare un punto se lancia la palla senza entrare nell’area del portiere. Si fa un fallo nel momento in cui un giocatore tocca la palla con i piedi (fino all’altezza del ginocchio) e non si può interrompere un palleggio per poi proseguire, altrimenti si commette un’infrazione. Una gara è composta da due tempi, da trenta minuti ciascuna.

Esistono anche molti tipi di tiri, come il tiro di elevazione che si effettua nell’area centrale del campo, nel quale si cerca si superare l’altezza della difesa, ed è uno dei tiri più usati nelle partite. C’è anche il tiro a tuffo, che consente di abbreviare le distanze tra la porta ed il lanciatore, rimandando il più possibile l’abbandono del pallone.

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